In libreria dal 27 giugno!
Autore: Pierfranco Pucci
Di Beppino e Daria un loro figlio narra la forte intesa d’amore. Già da ragazzino ne viene a conoscere l’origine nel salotto africano di famiglia. Dopo la morte dei genitori, si trova tra le mani le lettere del padre. Con tale dossier, può ricostruire il profondo legame affettivo dei genitori e l’esperienza, nella guerra di Etiopia e nella seconda guerra mondiale, del padre militare di carriera. Quei fatti bellici come hanno agito sulla sua famiglia? Quale il loro senso?
Negli anni Settanta assiste alla fine terrena del padre, poi alla lunga vedovanza della madre. Senza negarsi amici, conoscenti e passioni, porta a termine l’esame del dossier. Di tutto scrive.
Ma il vero protagonista del romanzo è lo spirito del tempo e delle generazioni che egli ha attraversato.
Il salotto africano è un romanzo composto come un mosaico: ogni pagina un racconto.
Le vicende narrate hanno il loro inizio in un contesto apparentemente improbabile, Il salotto africano, appunto.
Si dipanano poi in ambienti, i più vari: in una città in riva all’Adriatico, nella città “la Dotta, la Grassa”, in un antico borgo a due passi da Arezzo, in diverse località toscane, sui monti, nel bel mezzo di fatti bellici. Alcuni di questi trovano riscontro in mappe.
All’inizio di ogni capitolo è posta un’immagine, quasi a segnalarne il tema.
Un romanzo inconsueto, popolato da numerosi personaggi, ciascuno con i propri segni caratteriali. Una vera passerella di umanità.
Le vicende toccano il passato e il presente, intrecciandosi.
Tutte giungono al loro compimento.
Che titolo è “Il salotto africano”?
Varcata la soglia di un palazzo antico, entro in quel salotto. Mi accolgono arazzi, tappeti, le figure operose dei padroni di casa ed i loro ospiti.… Insieme a loro assaporo i racconti della Campagna di Etiopia, nell’atmosfera africana riprodotta in una cittadina in riva all’Adriatico… Passi di lettere, sapientemente selezionate, mostrano l’intimità di un rapporto d’amore senza età e allo stesso tempo trasportano il lettore in un mondo lontano in cui l’Italia andava alla conquista del suo impero coloniale, poi accettava l’azzardo di prendere parte alla seconda guerra mondiale… Piacevoli sono i bozzetti di vita dei figli… Il racconto prende un ritmo più veloce quando arriva agli anni della famiglia nella città “la Dotta, la Grassa” …
(Silvia Moscatelli)
… Sono stato calamitato dallo sviluppo della narrazione... è come un denso cammino, ricco di dettagli, tra tante vite (tre/quattro sono giustamente le più importanti), inserite nella storia più grande. Un ripercorrere affettuoso, curioso, partecipe, aperto, sereno e anche sorridente. Un bilancio in cui non si giudica nessuno… Ci sono diversi passaggi che mi sono piaciuti, particolarmente per la concretezza e l’onestà… Non solo le conquiste, ma anche le rinunce, che se fatte in un certo modo sono altre conquiste…
(Fabio Bonafè)
Autore
Pierfranco Pucci, già iscritto all’Ordine dei Biologi e all’Ordine dei Giornalisti Elenco Pubblicisti, è autore di numerosi articoli e di alcuni libri a carattere tecnico-scientifico e divulgativo su tematiche inerenti la sua professione. Si interessa pure di memorie e storia.
Cosa pensano i lettori di "Il salotto africano"?
22 luglio 2019
Stamattina ho finito di leggere “Il salotto africano”. Mi ha sorpreso. Piacevolissimo. Per alcune mie situazioni familiari, mi ci sono ritrovata. Questo romanzo si legge d’un fiato. Tutti hanno una storia da raccontare. Questa è avvincente. Scenari di pace e di guerra, passato e presente, si alternano e sono quasi messi a confronto. Sembra che le pagine abbiano un proprio ritmo a seconda del tema trattato. In alcune vicende, più di un personaggio dà spazio a lampi di tenerezza. Una piccola e grande virtù, che mi riprometto di riscoprire, regalarmi e offrire. Silvia (PO)
06 agosto 2019
“Il salotto africano” mi è piaciuto. Non è facile dominare tanto materiale. Si capisce che l’Autore è un ricercatore, avvezzo ad ordinare e catalogare in modo scientifico. È un romanzo epistolare, storico, di costume, nonché autobiografico. Una bella impresa. Al di là dei fatti raccontati con leggerezza, nel romanzo ho scorto anche messaggi sotto traccia, che mi hanno fatto rileggere alcune pagine e pensare. Gina (PU)
09 agosto 2019
Con dispiacere ho finito di leggere “Il salotto africano. Avrei voluto che continuasse. La compagnia è stata ottima. Nulla di noioso. Il racconto resterà per molto tempo nei miei pensieri. Altri libri, di famosissimi scrittori, li ho abbandonati alla ventesima pagina. Altri non ricordo neppure di averli letti. Il libro è ottimo. Due libri in uno, sapientemente impostati. Ringrazio autore ed editore. Carmen (CO)
15 agosto 2019
Ho appena terminato la piacevolissima lettura del “Il salotto africano”. Credevo di leggere un romanzo e invece ho letto la storia di una famiglia e un pezzo di storia d’Italia. Tutto è raccontato molto bene. Mentre leggevo, mi è sembrato di vivere insieme ai personaggi del libro. Ho anche ripassato un po’ di storia, ma ho anche appreso tanti fatti e particolari che non conoscevo. Valeria (TN)
16 agosto 2019
Ho letto “Il salotto africano” in un pomeriggio, sulle montagne, di fronte a paesaggi, che l’Autore deve conosce bene. Il romanzo è la storia di un grande amore, degli amori dello stesso Autore, della sua famiglia, in senso molto ampio, comprensiva di amici e conoscenti, sempre importantissimi, del suo lavoro e della passione per la montagna. Si legge molto volentieri, ricco di ogni tipo di avvenimenti, bellissimi e bruttissimi, come le guerre, tutti descritti con precisione. Carla (TN)
23 agosto 2019
Per me “Il salotto africano” è stato un viaggio nel passato, dove ho ritrovato, insieme a quelle dell’Autore, speranze, sogni, persone (molte, troppe), che hanno lasciato questo mondo, ma vive nel mio cuore e nel mio ricordo. Leggendo il romanzo, come insegnante, oltre a rinverdire notizie storiche, ho aggiunto qualche approfondimento al mio bagaglio culturale. L’Autore ha saputo sapientemente dipanare gli avvenimenti mondiali con quelli personali e familiari del padre, con le proprie esperienze montane, marine, lavorative e sociali. Racconta la vita di un periodo (avvenimenti storici e personali, luoghi, personaggi), ricostruito con meticolosità certosina, che rivela in lui doti di “topo di biblioteca”, di fine investigatore, amante della “lente di ingrandimento”, per mettere in rilievo i particolari che egli trova insostituibili. E sono proprio questi particolari che fanno da collante a vari pezzi del quadro, rendendolo vivo, vero, credibile. Mariella (AR)
12 settembre 2019
Ho terminato la lettura del libro, originale già per il titolo “Il salotto africano”. Una lettura lenta e calma. Me lo sono gustato. È delizioso. Anch’io amo riandare spesso al passato, non con rimpianto, ma per attingere nei momenti difficili, come da un serbatoio, a quell’infanzia felice, che ho vissuto nonostante la miseria di quei tempi. Maddalena (RN)
22 settembre 2019
Ho letto “Il Salotto africano”. Nel modo di narrare dell’Autore ho percepito rigore e attenzione ai fatti. Anche a quelli che riguardano la “cornice” che inquadra ricordi legati alla sua famiglia, alla sua storia, alla sua educazione, così tipica della sua e della mia generazione, che godeva della gioia dello stare insieme e sapeva emozionarsi davanti allo spettacolo della natura. “Il salotto africano” è, secondo me, innanzitutto un viaggio che porta il lettore da spazi conosciuti, come la città “la dotta la grassa”, fino al borgo dei genitori dell’Autore, a quelli più intimi che nascono dalla sua capacità di ricordare e di raccontarsi, ma anche ai tempi lontani della storia del nostro Paese. Sandra (BO)
23 settembre 2019
Ho avuto il piacere di leggere il libro “Il Salotto Africano". Narrando la storia della sua famiglia, in modo avvincente l’Autore ha scritto un libro di storia generale. Un romanzo che si legge con grande curiosità. Claudio (BO)
04 ottobre 2019
Ho terminato la lettura del libro “Il salotto africano”. Da appassionato di storia, la parte più avvincente dell’opera sono risultate le lettere del padre dell’Autore, proposte come estratti e, dunque, godibili. Avrei visto con piacere e curiosità anche la corrispondenza della destinataria, la mamma dell’Autore. Della loro assenza, nel romanzo ne viene data spiegazione. Tuttavia ho molto apprezzato anche la parte biografica riguardante la famiglia dell’Autore. Se proprio dovessi trovare un difetto, questo riguarda forse l’eccessivo spazio dedicato alla montagna. Ma ognuno ha le sue passioni. Le mie sono i libri di storia e i dischi di vinile. In ogni caso il romanzo merita di essere letto e riletto. Ora una raccomandazione all’Autore: conservi con molta cura tutte le lettere del padre. Sono una preziosa documentazione storica. Senza di essa avrebbe potuto realizzare un libro veramente originale ed unico? Cesare (PU)
17/10/2019
Ho finito di leggere “Il salotto africano”, un libro che ho trovato interessante e molto piacevole. Ho avuto modo di conoscere l’autore. Ha un modo di scrivere discorsivo. Leggendolo, mi è sembrato di chiacchierare con lui. Lo ringrazio per la sincerità con cui si è raccontato. E poi è stata una bellissima sorpresa individuare il mio giovane figlio, sebbene non citato per nome, come protagonista di un piccolo racconto del suo libro... e quindi della sua vita. Ero a letto che leggevo. Mi sono alzata e sono andata in camera da mio figlio. Era sveglio. Così abbiamo condiviso la pagina che lo riguardava. Devo dire che è stato emozionante. Mio figlio è stato proprio contento. Lo ha divertito sentirsi descrivere. È la prima volta per me avere un libro, conoscerne l’autore, averne la dedica, leggerlo e scoprire il proprio figlio come uno dei personaggi. Tra gli scritti del padre riportati nel libro, soprattutto le sue ultime volontà fanno riflettere e commuovere. Nei confronti della mamma l’autore ha parole che arrivano al cuore. Egli racconta episodi che si svolgono in diverse città. Come per molti personaggi, per alcune non ne riferisce il nome. Perché? Lascia al lettore farsene una propria immagine? Deborah (AR)
23/10/2019
Ho letto “Il salotto africano” in brevissimo tempo. La storia mi è piaciuta e, in alcune parti, commosso. Comprende due racconti, che si intrecciano di continuo. Uno riguarda alcune esperienze di vita dell’Autore. L’altro origina dalle lettere di suo padre militare di carriera, che scrive all’amata. Quest’ultima ispira in senso positivo l’agire del suo amato. Nel prendere visione di tali scritti, pur citandone solo estratti funzionali alla storia, l’Autore ha avuto il coraggio di entrare nella sfera intima dei suoi genitori. Io stesso intendo seguire il suo esempio. Se non l’ho ancora fatto, ora voglio mettere gli occhi sulle lettere inviate ai nostri genitori da mio fratello. Tramite queste, vorrei provare a conoscerlo. Infatti, maggiore di me di 16 anni, se ne andò in Africa quando avevo due anni. Per un incidente di macchina, vi trovò la morte nel 1936 e di lui non ho alcun ricordo. Giovanni (BO)
29/11/2019
Sono entrata nel “salotto africano” subito con partecipazione. I tratti di vita, ritratti in ambienti di varia natura, sono dipinti con ricche e colorate pennellate. Ho apprezzato la compostezza etica dell’autore nel riportare i sentimenti e le caratteristiche dei personaggi, rispettandone dignità e cultura. Le vicende interpersonali dei protagonisti e gli eventi storici menzionati sono presentati con esemplare chiarezza. Un’ultima notazione. Per me, la lettura di questo “romanzo” è risultata veramente scorrevole e gradita. Adriana (BO)
13/12/2019
Posso solo dire che la lettura del romanzo “Il salotto africano” è gradevole. La parte di storia patria vissuta dai protagonisti è interessante e ben collocata nel quadro più ampio della grande Storia. Del conflitto italo-etiopico avevo vaghe conoscenze. L’autore rivela dedizione ai ricordi e ai legami di parentela. È tutto molto “avvolgente”. Mariapia (GE)
29/01/2020
“Il Salotto Africano” mi ha piacevolmente sorpreso, risvegliando in me ricordi, mai sopiti, dei miei genitori, riportandomi a un mondo e a vicende che hanno segnato la loro vita e in parte anche la mia. Ci sono molte attinenze fra le storie riportate nel libro e le storie che sia mio padre sia mia madre mi raccontavano. Anche mio padre, colonnello del Genio Pionieri, ha partecipato al secondo conflitto mondiale in Libia. Fu decorato al valor militare per “atti di eroismo” nella battaglia che sancì la caduta di Tobruk (gennaio 1941). Poi fatto prigioniero trascorse 5 anni in campo di concentramento in India. Ed ecco le lettere… decine e decine di lettere alla “sua amata”. Il libro mi ha piacevolmente sorpreso anche per come è stato impostato: una pagina una vicenda; una punteggiatura singolare, in alcuni punti intensa, ma che per certi aneddoti ha rappresentato a mio avviso un valore aggiunto. Ho trovato anche la trascrizione delle lettere abbastanza equilibrata con le vicende quotidiane e le abitudini dell’autore. Maurizio (MI)