Intervista a Darien Levani sul blog Liberidiscrivere

Intervista a Darien Levani sul blog Liberidiscrivere

E' online l'intervista a Darien Levani!

Buongiorno Darien, grazie per la partecipazione. E’ uscito da poche settimane “Il famoso magico qukapik” (I libri di Emil), il tuo ultimo romanzo che sta avendo un grande successo. Ce ne vuoi parlare?

E’ una storia di scacchi, guerre, finzione, propaganda, relazioni, inganno, reclame e … guarda, vado per una soluzione facile: faccio copia /incolla dalla nota di copertina: “Glauko è un giovane dalle mille risorse: stabilisce i coefficienti per le scommesse sulla colpevolezza o meno delle persone indagate; ruba la posta e ricatta i destinatari; porta t-shirt con talune scritte pubblicitarie; vende idee ai grandi supermercati. Elisa è la sua fidanzata. Glauko abita con Mark, strano personaggio che lavora di notte e gioca con lui a scacchi a distanza, lasciando un biglietto vicino alla scacchiera per informarlo della sua mossa. Veli è l’agente di polizia che spera di sbarazzarsi di Glauko e di conquistare Elisa. Glauko vive nell’Impero Occidentale, non diverso dalla nostra Europa. Sullo sfondo, si profila una guerra tra l’Occidente – una sorta di repubblica governata da un certo Wibas – e l’Oriente ‒ una monarchia dittatoriale o forse no, governata da tale Kuzatumba. In realtà gira voce – e tutti ci credono, Glauko compreso – che anche in Occidente ci sia una dittatura e che sia retta dalla forza magica del qukapik (picchio), che fornisce eterno potere. Infatti, su suggerimento del mago Swartzhin, Kuzatumba usa gli escrementi del qukapik per conservare il suo ruolo. I Rapati – immigrati orientali che per legge devono rasarsi quotidianamente per essere sempre riconoscibili – continuano a dire che Kuzatumba non è un dittatore. Poco importa: Wibas ci crede e sembra deciso ad avere il qukapik: si prepara ad andare in guerra quando Glauko incontra Eduart…

Dove nascono le atmosfere un po’ vonnegutiane del libro?

Dalla storia che voglio raccontare. Per questa storia che parla di conflitto, simboli, guerra e fede un ambientazione simile a quella vonnegutiana mi sembrava la più appropriata. Non riesco a decidermi se sono io che ho rubato al buon Kurt o se sia io sia lui abbiamo rubato dalla stessa fonte. Forse questa fonte sono i miei Balcani, un’ entità di confini e storia dove tutto è vero e allo stesso tempo falso a secondo della prospettiva, dove si produce tanto odio ma non si prende mai sul serio. E’ il nostro destino, sospesi tra l’Europa e l’Asia.  Poi le cose succedono e basta. Alcune parole vanno dietro ad altre parole per creare degli eventi che poi creano una storia…

Il famoso magico qukapik“, oltre alla prosa di Kurt Vonnegut, sembra un felice mix di Tom Robbins shakerato alla rakìja, Seattle che incontra i Balcani. Hai dovuto lavorare molto per raggiungere questo tipo di prosa caleidoscopica?

No, in realtà non ho mai lavorato su questo punto, è stato tutto naturale. Ho lavorato, e molto, finché non sono riuscito a capire cos’è la scrittura. Credo che scrivere significa rivelare parte di se stessi, e una volta che ho accettato questo concetto il resto è stato facile. Non doverti più preoccupare  di cosa pensano di quello che scrivi – almeno, non tanto – ti rende libero. Oltre a questo, io credo che chi scrive, scrive le storie che vorrebbe leggere. Anche sotto quest’aspetto portare a convivere tutti questi elementi è stato facile.


Per leggere l'intervista completa clicca qui

Clicca qui per accedere alla scheda del libro



Pubblicato: 15.02.2012
I libri di Emil. Via Carlo Marx 21, 06012 Città di Castello (PG)
Tel +39.0753758159 / Fax +39.0758511753 - info@ilibridiemil.it - P. iva 02774391201
Copyright © 2025 Odoya. Powered by Zen Cart - Designed by InArteWeb